domenica 21 agosto 2011

Guerra dei brevetti: i soldi non bastano mai


Nei primi anni 2000, negli Stati Uniti si è registrato un numero insolitamente elevato di brevetti, che riguardavano principalmente aspetti tecnologici/informatici. Gli autori di questi brevetti erano piccole aziende e privati, che non hanno mai realizzato dispositivi che li sfruttassero: erano i cosiddetti “Troll dei brevetti”. Qualche anno fa infatti scoppiò una serie di denunce contro tantissime aziende accusate di violare anche aspetti di infima importanza. Per chi come me seguiva i network di tecnologia, non era difficile imbattersi in notizie che menzionavano cause di sconosciuti ai danni di famose aziende.

La maggior parte di esse si conclusero in un nulla di fatto, del resto alcune accuse erano veramente ridicole, ma fatto sta che da quel momento le grandi aziende iniziarono a loro volta a brevettare di tutto. Dal design alle interfacce grafiche, si era riaperta una seconda ondata di brevetti, questa volta però da parte delle aziende. Mi ricordo addirittura che Google brevettò il layout della sua pagina, logo al centro e barra di ricerca sotto, faceva quasi ridere la cosa.
All’inizio si pensava che la causa di tutto questo fermento fosse il fatto che i colossi dell’informatica non volevano più avere i bastoni tra le ruote come era accaduto poc’anzi, un modo per avere le spalle coperte insomma. Tuttavia oggi ci si può rendere conto che il motivo era ben diverso: i “troll” hanno dato un’ottima idea alle aziende per poter fare profitto anche sfruttando i tribunali!
Se la cosa era triste da parte dei soggetti privati, ora che sono entrati anche questi colossi nel giro la cosa diventa alquanto schifosa da parte loro, in quanto è uno squallido tentativo di disfarsi della concorrenza e poter fare ancora più soldi di quanti già ne abbiano. 

Fare soldi alle spalle degli altri è roba da "Troll"

Il sistema operativo Android, proprietario di Google (che ultimamente sto citando un po’ troppo spesso) è una delle vittime più illustri di questo giro. Questo sistema operativo (spacciato dall’azienda di Mountain View come Open Source dimostratosi in realtà molto poco “open”) ha subito un “attacco giuridico” da parte di Apple, Oracle e Microsoft. In particolare quest’ultima chiede, a causa di violazioni di diversi brevetti di loro proprietà, 15 dollari per ogni dispositivo Android venduto. Del resto Microsoft è abituata a fare soldi con il lavoro degli altri (chi ha detto DOS?).

Oracle è un’azienda che opera soprattutto in campo server per la gestione dei database, ma è conosciuta anche in ambito Desktop per OpenOffice, VirtualBox ed il famoso Java. In particolare Oracle sostiene di aver offerto a Google la possibilità di adoperare la piattaforma  Java (su licenza) sul proprio SO, tuttavia G. avrebbe rifiutato ed ha sviluppato una piattaforma proprietaria. Ecco pare che questa violi diversi brevetti Java. Se le cose sono andate veramente così in questo caso Google se l’è cercata.

Il pochissimo tempo, Android è diventato il SO mobile più utilizzato (dopo Symbian): questo non piace a Microsoft e Apple.
Infine c’è Apple, azienda di cui purtroppo non riesco a parlare bene a causa del suo modello di business, mirato a distruggere la concorrenza e a far pagare ai consumatori più del dovuto. L’azienda di Cupertino è senza dubbio LA PIU’ ATTIVA nel settore brevetti. In passato ha sempre accusato Microsoft di aver copiato la loro interfaccia grafica, quando in realtà ENTRAMBE le aziende l’hanno copiata alla Xerox.
Oggi però si è specializzata meglio in questo particolare modo di fare profitto, infatti si è fatta carico di numerose denunce contro diversi produttori di telefoni Android, in particolare HTC, Motorola e Samsung, a causa della violazione di diversi brevetti.
La “lotta” giudiziaria più serrata è ovviamente contro Samsung, detentrice della seconda posizione tra le aziende che producono cellulari (la prima è Nokia). Apple ha denunciato l’azienda Sud Coreana in quasi tutti gli stati del mondo, accusandola di aver prodotto dispositivi simili a iPhone e iPad. Ultimamente ha ottenuto persino una vittoria in Europa, dove ha impedito le vendite del Galaxy Tab in tutto il vecchio continente (zona ridotta poi alla singola Germania a causa di una falsificazione degli atti di accusa da parte di Apple sulle dimensioni effettive del Galaxy).

Apple agirà pure in maniera scorretta nei confronti della concorrenza, però Samsung a volte non è che abbia così tanta...originalità
Questo caos giudiziario ha portato le aziende ad acquistarne altre, non tanto per differenziare o aumentare la produzione, ma per i brevetti e le proprietà intellettuali che ne derivano. Non c’è tanto da stupirsi dunque se l’acquisto di Motorola da parte di Google avvenuto qualche giorno fa ha portato nelle “tasche” di G. quasi 20000 brevetti, ed è solo una delle tantissime aziende che Google ha assorbito. Chi sa che un giorno non faccia quello che sta facendo oggi Apple e (in misura minore) Microsoft.

Il brevetto è un utile strumento per difendere le proprie idee ed evitare che altri possano copiarle e fare profitto alle spalle di altri. Come in tutte le cose belle però c’è qualcuno che esagera, spinto dalla mania ossessiva di fare sempre più soldi, sfruttando questo strumento come non si dovrebbe, brevettando cose “inbrevettabili” (forme rettangolari per i dispositivi o aspetti più che secondari dei software) che non fanno altro che BLOCCARE il progresso tecnologico, in maniera simile a quanto è accaduto con le automobili ad idrogeno, già pronte per la realizzazione ma mai realizzate. In fondo queste aziende non sono molto differenti dalle industrie petrolifere.



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