lunedì 27 giugno 2011

Senza scatole tra i piedi

Il termine “Digital Delivery” potrebbe essere meno noto del termine “On demand”, probabilmente a causa della tartassante pubblicità di quest’ultimo servizio in televisione. Entrambi però potrebbero (a dire il vero tutt’ora lo stanno già facendo) rivoluzionare il sistema di intrattenimento domestico, o per lo meno cambiare il modo nel quale viene distribuito al pubblico.
Per capire meglio il fenomeno menzioniamo una “vittima” che questo nuovo tipo di mercato ha mietuto: un certo Blockbuster! In realtà il motivo della bancarotta della più celebre catena di noleggio di VHS, DVD e videogiochi è stato attribuito a due fattori: la pirateria, che ha abbassato notevolmente i profitti (mentre prima si affittavano film per poi copiarli, ora si scaricano direttamente da internet)e Netflix, una società statunitense che si occupa della stessa cosa, ma i DVD li spedisce direttamente nelle case degli utenti.

Se è da un po' che non tornate a Blockbuster, non stupitevi se ci ritrovate un centro ricreativo per anziani

Per gli americani Netflix era (possiamo dire è? Non sono molto informato su quanto sia utilizzato oggigiorno) il massimo. Perché scomodare il loro culone per uscire di casa a noleggiare un film quando è il film ad arrivare da te? In realtà, critiche sul loro modo di mangiare a parte, è una cosa molto utile laddove, nei ritmi frenetici della vita di oggi, si fa fatica a trovare il tempo di passare da Blockbuster per affittare un film da vedere dopo cena con la/il propria/o morosa/o. Ecco, il Digital Delivery estende, o meglio “aggiorna” quello che Netflix fa dal 1997, ovvero non è il supporto contenente il film o il gioco a venire da te, ma è direttamente il contenuto!
Quando si pensa ad un 33/45 giri, si immagina la forma dell’onda sonora incisa nel vinile che viene percossa dalla puntina e quindi “suonata”. La cosa non è affatto così immediata quando la musica non viene incisa ma viene campionata e trasformata in digitale (già il CD usa questo principio del resto): non sono più “onde sonore” ma flussi di bit, letti dallo stereo (o da un qualunque lettore) e “trasformati” in musica.

Mia nonna si sta ancora chiedendo come abbia fatto a pressare 200 dischi per farli entrare qui dentro

Tali flussi di bit possono essere immagazzinati anche in supporti diversi dal CD (lettori mp3) oppure, grazie allo sviluppo delle connessioni a banda larga, viaggiare attraverso le nostre linee ADSL ed averli (ovviamente decodificati) nel salotto di casa nostra, nel nostro PC, sul nostro telefono e così via. Il discorso dei bit vale anche per i film, per i giochi e per TUTTO ciò che “esce” dalla nostra TV o dai nostri computer. Ecco che il supporto sparisce e il servizio DVD via posta si trasforma in Digital Delivery (se il contenuto è scaricato una volta sola e lo si può utilizzare ogni qual volta lo si desideri) oppure On Demand (se il contenuto, una volta richiesto, viene visualizzato in streaming oppure scaricato ma visualizzato solo per un certo periodo di tempo).
Il servizio DD più conosciuto è senza dubbio iTunes, sia grazie alla larga diffusione del servizio su molte piattaforma, sia grazie all’enorme notorietà che riesce ottenere Apple qualunque cosa faccia; prima di lui in realtà ce ne sono stati altri, ma non hanno avuto lo stesso successo. Gli store online di musica rappresentano, dopo la pirateria e i prezzi esorbitanti, la più grande “minaccia” per i supporti ottici.
Ma non solo la musica, anche i videogiochi stanno conoscendo un exploit di questo fenomeno, l’imput decisivo è rappresentato da Steam, la più grande piattaforma di distribuzione online di videogames.

All'inizio Steam non ebbe grandi consensi, alcuni si divertivano a disegnare quell'ingranaggio in posti "particolari" come gesto di disapprovazione per esempio

Per i film non c’è un servizio “dominante” però si può cominciare a vedere come nelle console di ultima generazione si stia cercando di implementare servizi di download o di noleggio digitale. La stessa TV on demand propone contenuti (tra cui film) fruibili su richiesta tramite digitale terrestre o satellite.
La cosa però che mi sta incuriosendo più di tutte, non essendo particolarmente amante della TV, è il servizio OnLive. In pratica una piattaforma che, tramite connessione Intenet, permette di giocare (anche agli ultimissimi videogames) senza aver bisogno di scaricare i file del gioco e soprattutto senza far “girare” il gioco su nessun hardware (computer o console che sia). Il tutto viene eseguito da un server a distanza che riceve i comandi dell’utente, elabora i dati del gioco e li invia le immagini e i suoni tramite internet. Ovviamente questa cosa richiederà bande considerevoli, cosa che noi italiani al momento possiamo certamente scordarci. Ma qui voglio parlare di futuro, non è questo il futuro?

Nessun commento:

Posta un commento