Se dovessimo aprire un vocabolario inglese del 1950 e lo confrontassimo
con uno del 2011, troveremmo moltissime differenze e termini aggiunti. Stessa
cosa vale anche per la lingua italiana certo, ma forse in maniera inferiore.
La stragrande maggioranza di questi termini hanno molto probabilmente avuto origine con l’avvento delle tecnologie informatiche. Internet, Web, Browser, Notebook e tutta la famiglia di vocaboli informatici hanno riempito pagine e pagine di vocabolario, e il trend (notare il termine) non accenna affatto ad arrestarsi. Dopo gli ultimi arrivi “Netbook” e “Talbet” ecco arrivare “ULTRABOOK”.
La stragrande maggioranza di questi termini hanno molto probabilmente avuto origine con l’avvento delle tecnologie informatiche. Internet, Web, Browser, Notebook e tutta la famiglia di vocaboli informatici hanno riempito pagine e pagine di vocabolario, e il trend (notare il termine) non accenna affatto ad arrestarsi. Dopo gli ultimi arrivi “Netbook” e “Talbet” ecco arrivare “ULTRABOOK”.
Terminologia a parte, stiamo parlando di portatili dallo
spessore ridotto, anzi RIDOTTISSIMO.
Inizio l’intervento parlando ancora una volta di Apple, azienda senza dubbio caratterizzata da un discutibile modo di fare business, ma dalle ottime capacità di reinventare e di progettazione. Proprio da queste capacità, nel 2008 è stato presentato al mondo quello che ritengo uno dei migliori prodotti tecnologici degli ultimi anni: il MacBook Air. Questo gioiello di ingegneria non è altro che un notebook (pardon, un MacBook, anche se i MacBook a parte il software non hanno nulla di diverso da un notebook), dallo spessore di poco maggiore di quello un quaderno.
A mio modo di vedere le cose, questo è quello che definisco PROGRESSO: il computer portatile deve essere appunto il più portatile possibile e il MacBook Air sposa esattamente questa tesi. Per uno studente o un uomo d’affari una cosa del genere è manna dal cielo: ingombro e peso ridotti all’osso, senza dover rinunciare a tastiera, connettività e potenza (insomma non è un tablet).
Complimenti Apple dunque, tuttavia il problema dei prodotti della mela morsicata è sempre lo stesso: il prezzo! Nonostante lo ritenga il prodotto Apple meno sovrapprezzato, per avere un dispositivo del genere bisogna sborsare non meno di 1300€*. Nonostante tutto le vendite sono più che soddisfacenti, in effetti tutto ciò che esce dai laboratori Apple vende bene.
Inizio l’intervento parlando ancora una volta di Apple, azienda senza dubbio caratterizzata da un discutibile modo di fare business, ma dalle ottime capacità di reinventare e di progettazione. Proprio da queste capacità, nel 2008 è stato presentato al mondo quello che ritengo uno dei migliori prodotti tecnologici degli ultimi anni: il MacBook Air. Questo gioiello di ingegneria non è altro che un notebook (pardon, un MacBook, anche se i MacBook a parte il software non hanno nulla di diverso da un notebook), dallo spessore di poco maggiore di quello un quaderno.
A mio modo di vedere le cose, questo è quello che definisco PROGRESSO: il computer portatile deve essere appunto il più portatile possibile e il MacBook Air sposa esattamente questa tesi. Per uno studente o un uomo d’affari una cosa del genere è manna dal cielo: ingombro e peso ridotti all’osso, senza dover rinunciare a tastiera, connettività e potenza (insomma non è un tablet).
Complimenti Apple dunque, tuttavia il problema dei prodotti della mela morsicata è sempre lo stesso: il prezzo! Nonostante lo ritenga il prodotto Apple meno sovrapprezzato, per avere un dispositivo del genere bisogna sborsare non meno di 1300€*. Nonostante tutto le vendite sono più che soddisfacenti, in effetti tutto ciò che esce dai laboratori Apple vende bene.
Steve Jobs mostra al mondo la sua "creatura"....e sorride pensando ai soldi che gli farà fare |
Da quando Apple strinse un accordo con Intel, tutte le piattaforme dei computer della mela sono realizzate da Intel. Quest’ultima, facendo atto delle buone vendite del gioiellino Apple, ha deciso di fornire linee guida per la costruzione di soluzioni simili anche ad altre aziende. Ultrabook quindi è una specifica costruttiva di Intel per la produzione di notebook ultrasottili: possiamo vederla come una scommessa fatta dal colosso di Santa Clara. Intel nel 2012 prevede che il 40% degli acquirenti di una soluzione portatile sia orientato verso una piattaforma ultrabook. Gli analisti del colosso delle CPU non sono affatto stupidi, infatti hanno scelto come terreno di test nientemeno che Apple, che ovviamente più di ogni altra azienda accoglie l’innovazione.
Proprio come le soluzione netbook (che stanno via via sempre
più scomparendo grazie alla diffusione dei tablet), l’hardware degli ultrabook
delle varie marche è pressoché identico: troviamo infatti processori aventi
architetture Sandy Bridge “low voltage” , unità SSD e (purtroppo) una
connettività abbastanza limitata, a causa del design “estremo”, che costringe i
produttori a limitare le connessioni esterne a sole 2 porte USB e al massimo un
altro paio di porte, siano esse HDMI o Ethernet.
Nei primi giorni dopo la presentazione, Intel avvertì i partner dicendo loro che le soluzioni Ultrabook avranno successo SOLO se saranno vendute ad un prezzo inferiore di quello dell’Air. Le aziende hanno accettato volentieri il consiglio, infatti dai primi prezzi comparsi nei listini, queste soluzioni dovrebbero essere vendute attorno agli 800€.
Nei primi giorni dopo la presentazione, Intel avvertì i partner dicendo loro che le soluzioni Ultrabook avranno successo SOLO se saranno vendute ad un prezzo inferiore di quello dell’Air. Le aziende hanno accettato volentieri il consiglio, infatti dai primi prezzi comparsi nei listini, queste soluzioni dovrebbero essere vendute attorno agli 800€.
Una slide di Intel che mostra i punti di forza dei nuovi portatili ultrasottili |
Insomma ci troviamo di fronte ad uno scenario già visto diverse volte: Apple reinventa una soluzione (lo ha fatto ultimamente con iPhone e iPad) e la concorrenza è costretta a buttarsi nello stesso settore. Vista così sembra una cosa molto triste, possibile che solo un’azienda riesce a tirare fuori qualcosa di nuovo?
In realtà moltissime aziende propongono novità, basti pensare ai netbook, ai telefoni con tastiera slider, ma anche gli stessi smartphone full-touchscreen (come Sony Ericsson P800). Tuttavia nessuno riesce ad avere lo stesso impatto che hanno i prodotti Apple, forse perché l’azienda di Cupertino riesce a trovare il momento giusto (dato dalla tecnologia disponibile) per tirare fuori il nuovo “iCoso” di turno, oppure semplicemente perché Apple è una vera e propria moda, non importa cosa faccia e come lo faccia, sarà sempre “figo”.
Una catasta da 4000€ alta meno di un palmo |
Fatta questa premessa arrivo al punto: riusciranno questi Ultrabook a competere con lo strapotere Apple? Oppure saranno soltanto un trampolino di lancio per il MacBook Air, portando le sue vendite ai livelli di iPad e iPhone? La scelta spetta a voi.
* Parlo del modello 13” dato che la concorrenza, gli
Ultrabook appunto, offre portatili dalla medesima diagonale.
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